Brand Storytelling Non puoi più farne a meno.
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Antonella
Frixa
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La soddisfazione che si genera una volta individuato ed approvato un naming efficace è paragonabile alla gioia di un inizio. È come la nascita di qualcosa che non rimarrà solo un nome, ma crescerà e diventerà grande, proprio come una persona. Lavorare affinché quella parola si impregni di senso e significato, di valore e di promessa, è come per noi crescere, maturare e diventare persone pienamente realizzate.
Metto in cima alla lista delle esercitazioni più complesse quella dell’ideazione di un naming. È una vera sfida che ambisce a mettere d'accordo tutti:
Ogni volta che mi viene chiesto di lavorare all’ideazione di un naming, non so mai quale percorso mi aspetti. A differenza di scrivere articoli, PED, script, headline e simili, il naming mi invita alla carta e alla penna. Ho bisogno di un foglio bianco, possibilmente A3, perché il viaggio del mio pensiero creativo non so quanto lungo sarà e quante direzioni mi farà prendere.
Inizio con il mio brainstorming libero, che poi connetto con quello più strutturato e legato al posizionamento. Continuo con quel magnifico lavoro di associazioni e connessioni che a volte genera nuovi significati. Vado avanti, filtro, raffino, cancello, riscrivo.
Tra i motivi per cui mi piace molto lavorare sui naming, c’è la moltitudine di parole che s’incontrano e le figure retoriche che torno continuamente a rileggere.
Ecco alcuni naming di successo che hanno scelto percorsi diversi nel loro processo di ideazione:
Nike: deriva dalla dea greca della vittoria. Questo conferisce al brand un senso di forza, successo e vittoria. È breve, facile da pronunciare e altamente evocativo, creando un potente legame emotivo con sportivi e consumatori.
Spotify: una combinazione delle parole "spot" e "identify", rappresenta la capacità della piattaforma di aiutare gli utenti a scoprire e identificare nuova musica. È un nome unico, facile da pronunciare e ricordare, che comunica chiaramente la funzione del servizio.
Amazon: evoca immagini del fiume più grande del mondo, l'Amazzoni. Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, scelse questo nome per evocare un'immagine di vastità, grandezza e diversità.
Nutella: inventato da Michele Ferrero, il nome Nutella combina "nut", che significa "nocciola" in inglese, con il suffisso direi super-italiano "-ella", che dà un suono dolce e piacevole.
Molti naming italiani hanno origine dai cognomi dei proprietari d’azienda, come:
È interessante notare la differenza di approccio tra i naming italiani e quelli esteri. È intuibile immaginarne la ragione, simile all’usanza quasi obbligata di qualche anno fa di dare al proprio figlio il nome del nonno o della nonna. Questo approccio ha radici profonde nella tradizione e nella cultura italiana, dove l'identità familiare e personale gioca un ruolo fondamentale.
Creare un naming efficace è molto più di trovare una parola. È un processo creativo e strategico che richiede tempo, ricerca e intuizione.
In tanti anni di lavoro, il naming più complesso a cui ho lavorato (in realtà erano 4), fu per Angelini Farmaceutica, avevo diverse mandatories molto vincolanti e non fu semplice ma la soddisfazione ripagò quel mese di impegno a cercare quello giusto.
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